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Flora dell’Etna

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… Il paesaggio fino a 1200 – 1300 metri è caratterizzato, oltre che dalle colate laviche da castagneti e culture agrarie che si estendono per vari tratti, interrotti da aree a volte anche estese di vegetazione naturale: boschi, arbusteti e formazioni erbacee. Fra le culture agrarie si trovano ottimi vigneti, pometi, pereti, noccioli, oltre che pistacchi e fragoleti. Ben rappresentati sono anche l’ ulivo, il mandorlo, il melo, il ciliegio, il pesco.

In vari tratti il suolo è particolarmente fertile per la presenza di importanti sostanze contenenti calcio, fosforo, ferro e potassio. La natura vulcanica del terreno conferisce inoltre particolari sapori a molti prodotti agricoli.

Particolarmente interessante si presenta l’ area dei boschi, un volto dell’ Etna ancora poco conosciuto. Diverse e spesso rigogliose sono infatti le distese di leccio, roverella, castagno e pino laricio, quest’ ultima specie autoctona efficace colonizzatrice dei suoli vulcanici.

Nei luoghi più freschi è presente il pioppo tremulo che non forma però popolamenti di grande astensione. I boschi di cerro, una volta molto diffusi sono oggi limitati. Altre formazioni naturali interessanti sono quelle caratterizzate dal faggio e dalla betulla, piante che richiamano il paesaggio del Centro e del Nord Europa.

Il faggio, in Sicilia, al suo estremo limite meridionale cresce spingendo sino a 2250 metri, la massima quota che troviamo in Europa. La betulla dell’ Etna, in relazione a particolari caratteristiche dell’ ambiente, si è differenziata tanto da essere considerata dagli studiosi una specie endemica pur essendo assai simile a quella che vive sulle Alpi e nelle foreste dell’ Europa del Nord, da dove è emigrata in tempi remoti in seguito alle glaciazioni. Un’ altra pianta che caratterizza fortemente il paesaggio vegetale è la ginestra dell’ Etna che nei mesi di luglio ed agosto infiamma di giallo grandi distese di lava.

Sopra i 2000 metri scompare ogni traccia di vegetazione arborea, ma troviamo ancora faggi, betulle e pioppi fino ad un’ altezza massima di 2250 metri. A queste quote elevate, il paesaggio è caratterizzato da una suggestiva formazione vegetale, lo spino santo che si presenta sotto forma di pulvini e la saponara dell’ Etna che poi è il simbolo dello stemma del Parco dell’ Etna

Le piante si spino santo, basse, accovacciate, per difendersi da forti venti ricoprono in modo molto discontinuo le vaste distese di sabbia, ceneri e lapilli, aderendo tenacemente al suolo ed offrono protezione a modeste piantine che per assicurarsi la vita si annidano tra i suoi intricati rami. Tra queste si trovano il carastio, il senecio dell’ Etna, il caglio dell’ Etna e la viola dell’ Etna

Al di sopra dei 2500 metri di altitudine la vegetazione subisce una fortissima battuta d’ arresto. Ma la vita non è scomparsa del tutto. Pochissime piante quasi del tutto endemiche, riescono ad adattarsi, in una continua lotta per non soccombere. Alcune di esse si spingono fino ai 3000 metri.

Più in alto venuta meno ogni forma di vita vegetale macroscopica, si estende solo il deserto lavico con i suoi profondi silenzi e le sue immagini spettrali di anticamera dell’ inferno.

Infine, i moltissimi funghi presenti nei diversi ambienti dell’ Etna, ta i quali quelli commestibili e maggiormente pregiati come il Porcino bianco, Il Porcino nero, il Fungo di Ferula, il Fungo estivo, il Gallinaccio, l’ Orecchione, il Fungo dei Nebrodi, la Moretta. Ma vi si trovano anche alcune specie velenosissime quali l’ Amanita Phalloides, l’ Amanita Verna, il Cortinarius Splendens. Si raccomanda la massima prudenza.

Possiamo tranquillamente affermare che la flora esistente sull’ Etna è praticamente unica non solo in Sicilia o in Italia ma bensì in tutta Europa.