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Teatro Greco Romano


… Storia ed arte, antiche pietre e celebri monumenti. “Taormina”, scrisse il grande archeologo tedesco Otto Neubert, “è uno straordinario museo all’aperto, sotto il cielo più luminoso d’Europa. Attraverso le sue pietre percepiamo, netto e affascinante, il respiro dei secoli”.

Lo scrittore inglese David Herbert Lawrence: “Qui ci si sente come se si fosse vissuti per migliaia di anni”.
Le pietre più famose sono certamente quelle del teatro antico, secondo per grandezza dei teatri greci di Sicilia (dopo quello di Siracusa) e terzo nel mondo (il primo è quello di Epidauro in Grecia). Ampliato e quasi interamente rifatto in epoca romana, è l’unico dei tre che conservi la scena nelle originali linee architettoniche.

Ed è anche l’unico che abbia per sfondo uno scenario naturale di grande respiro.
La cavea, che ha un raggio di 109 metri, era stata ricavata nella concavità di un poggio, che sorge a 214 metri sopra il livello del mare (il centro di Taormina è a 205). Aveva nove settori di gradinate, realizzate con blocchi di pietra, ed era sormontata da un portico che conteneva posti a sedere in legno. Tra la cavea e la scena, c’è ancora la cosiddetta “fossa dell’orchestra”; e, ai lati della scena, due androni, che servivano da camerini per gli artisti e da riparo per gli spettatori in caso di pioggia.

Tutto rimasto come ai tempi dei Romani, tranne le colonne della scena, che furono piazzate arbitrariamente durante un non felice restauro realizzato dopo il 1860. In cima a una delle due terrazze che sovrastano lateralmente la scena, c’è la casa del custode, ed un piccolo museo realizzato di recente, l’Antiquarium, nel quale hanno finalmente trovato posto alcuni dei numerosi pezzi d’arte che sono stati recuperati nei secoli nella zona di Taormina.

Questo prezioso materiale, per la paradossale mancanza di un museo in una città d’arte come Taormina, era stato trasferito provvisoriamente a Siracusa, e non tutto, bisogna dire, è ancora rientrato nei luoghi cui storicamente appartiene.